Requisiti dei dati aziendali
Comprensione dei requisiti relativi a blocchi, file e oggetti
Quando si adottano nuove applicazioni, è importante capire la tipologia di dati memorizzati a fine di prendere decisioni informate sulla eventuale necessità di utilizzare storage a blocchi, a file, o a oggetti.
Lo storage a blocchi rappresenta la tipologia di utilizzo più comune per ambienti DAS e SAN. Nel caso delle soluzioni DAS, un intero volume RAID, o drive fisico viene presentato al OS come volume raw non formattato. Nel caso degli ambienti SAN l'intero LUN (composto da numerosi drive fisici ) presentato dall’array di storage, viene presentato al sistema operativo sotto forma di reti ad alta velocità e viene visualizzato come volume raw non formattato. Gli strati sottostanti del volume raw constano di piccole estensioni o settori che il sistema operativo gestisce e che poi vengono inviate al sottosistema di storage sottostante che ha il compito di effettuare la mappatura di tali blocchi logici in forma di blocchi fisici specifici posizionati su drive. Lo storage a livello di blocco è rapido e affidabile, e rappresenta la soluzione ideale per la gestione dei dati in costante cambiamento, come quelli associati a database relazionali, elaborazione di database di elaborazione delle transazioni online (OLTP), server email o infrastrutture desktop virtuali caratterizzati da requisiti che prevedono elevati throughput di transazione e basse latenze.
Lo storage a oggetti memorizza i dati (e i metadati a essi associati) in contenitori con identificatori univoci, senza cartelle o sottocartelle come quelle associate con lo storage file. Questi utenti utilizzano il concetto di store ad alto valore, in cui ciascuna chiave punta a un “valore” specifico, o a una sezione di dati, reperibili mediante API.
È utilizzato principalmente per la gestione di grandi volumi di dati non strutturati, come email, immagini di backup, filmati di videosorveglianza, nel settore IoT, in quello della gestione dei dati per il machine learning e l’analisi dati. Lo storage a oggetti è una buona soluzione per la gestione di grandi quantità di dati, e può essere scalato rapidamente, in base alle esigenze delle applicazioni, ma è estremamente lento nel reperimento dei dati. Il che lo rende inefficiente con database e applicazioni di elaborazione ad alte prestazioni. Esempi di storage a oggetti sono Amazon S3, storage a oggetti Google Cloud o storage Azure Blob.
Lo storage file archivia i dati in file, organizzandoli in cartelle e sottodirectory, per poi essere condiviso sulla rete mediante SMB (Windows) o NFS (Linux). Si tratta di una buona soluzione per la centralizzazione di storage come file video, immagini o documenti, ma è caratterizzato da una scalabilità limitata, in caso di volumi di dati crescenti. Non si tratta della migliore applicazione per la gestione di grandi quantità di dati non strutturati, oppure per dati in costante cambiamento, come quelli dei database OLTP.